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Visualizzazione dei post da 2025
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  L’ Homo Futuris dell’anno 1.000.000 Roberto D’Amico   “ Nel prossimo futuro saremo in grado di fare qualsiasi cosa con un uomo, è impossibile fermare il progresso della scienza. È per questo che dovremmo riflettere sulle implicazioni sociali, etiche e morali, decidere se dovremo mutare biologicamente un uomo o no. Dovremo fare mostra della massima responsabilità. Le nostre relazioni con la natura hanno già dimostrato che possiamo agevolmente rovinarla, mentre ci è difficile restaurarla. Se facciamo qualcosa di sbagliato con un uomo, ciò può solo essere considerato un errore imperdonabile .” Sembrano parole di oggi, invece sono state scritte negli anni ‘60 dello scorso secolo dal biologo russo Nikolai Dubinin, direttore dell’Istituto Sovietico di Genetica Generale e uno dei più autorevoli esponenti di quella che veniva allora definita “genetica moderna”. Lo scienziato metteva in risalto il pericolo che le scoperte della nuova genetica avrebbero potuto rappresentare in ...
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  Robin Hood: folletto o stregone? Roberto D'Amico                                          Sono molte le leggende e le storie che narrano le gesta di Robin Hood. Gli studiosi non sono, tuttavia, ancora riusciti a stabilire una volta per tutte il mistero che avvolge questo perso­naggio, scoprire, cioè, se egli sia veramente esi­stito o se, invece, si tratti molto più semplice­mente di un parto della fantasia popolare. I cronisti medioevali ne parlano come di un perso­naggio storico vissuto tra l'XI e il XIII secolo (alcuni dicono tra il 1100 e il 1200, altri tra il 1150 e il 1250). Robin viene per la prima volta citato nel 1377 nell'opera  “Piers Plowman”  di William Langland. Successivamente è presente nella  “Chronicle of Scotland”  di Wynton, opera del 1420, e in numerose ballate del tardo '400, quali le “Border Ballads”  e la  “Ly...
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  La Madonna sulla quercia di Stupinigi Roberto D’Amico Erano quasi le cinque dell’11 aprile 1994. Eugenio Palio percorreva come sempre la strada che porta verso Orbassano per andare al lavoro. Quella mattina però la sua attenzione venne attratta da una luce abbagliante proveniente dall’interno del parco pubblico di Stupinigi, nel tratto tra la Palazzina e la frazione Tetti Valfrè: u na sfera lucente di color oro pareva appoggiata delicatamente su una grande quercia. Vincendo la paura, l’uomo lasciò l'auto e si avvicinò a piedi a quella luce. Ad un certo punto la vide aprirsi ed uscirne dei raggi dorati molto luminosi. “ Mi volto per fuggire, - raccontò Eugenio - ma sono raggiunto da una voce melodiosa: “Avvicinati, non temere!”  Guardo in giro, ma non c'è nessuno. Per la terza volta la voce mi invita: “Eugenio, non avere timore, avvicinati!” All'udire il mio nome scandito con tanto amore da una voce così melodiosa, mi fermai, e la mia paura mi era passata. Mi volt...