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Visualizzazione dei post da 2024
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  Il curioso Cristo col cappello                                                              Roberto D'Amico     Visitando la Galleria Sabauda mi sono trovato di fronte ad un bellissimo dipinto che viene indicato come “Passione di Torino”. È una tavola ad olio datata 1470-1471 opera del pittore tedesco Hans Memling. Questo quadro colpisce l’osservatore per la moltitudine di dettagli attraverso i quali l’artista ha raffigurato il tipico microcosmo cittadino fiammingo nel quale ha inserito tutti gli episodi relativi alla vita di Cristo. Per citarne alcuni: l‘entrata in Gerusalemme, la cacciata dei mercanti dal tempio, il tradimento di Giuda, l’ultima cena, l’orazione nel Getsemani, la cattura, la Via Crucis, la Crocifissione, la deposizione, il “noli me tangere” e l’apparizione sul lago di Tiberiade. È strabiliante ...
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  Stupinigi, palazzina esoterica?                                                     Roberto d’Amico Quando ero ragazzo, il Cervo che svetta sulla palazzina di Stupinigi, visibile da grande distanza al fondo del bellissimo viale alberato per chi arriva da Torino, ha rappresentato per molti anni un mio punto di riferimento fisso. Per me era come un segnale di libertà e di benvenuto nella natura, perché voleva dire che, finita la scuola, stavo andando a passare tre mesi di vacanza in campagna da mio nonno, nel pinerolese. Col passare degli anni ho avuto la possibilità di visitare a più riprese questo piccolo gioiello architettonico, sia durante i suoi vari periodi di decadenza che in quelli in cui riprendeva a splendere nel firmamento dei palazzi celebri di Torino, come oggi. Per entrare nel merito di questa nota, penso sia utile ripercorrere ra...
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IL BAYTEREK DI ASTANA Il grande valore simbolico del Samruk kazako  
  Alla scoperta dell’Insolito per ritrovare se stessi  Roberto D'Amico Da sempre l'essere umano ha rivolto il proprio sguardo verso l'ignoto. Che si tratti del cielo notturno, delle profondità degli oceani o degli angoli più reconditi della mente, l'attrazione per ciò che è sconosciuto e misterioso sembra insita nella nostra natura. Lo studio del "Mondo dell’Insolito" – tutto ciò che sfugge alla comprensione razionale e scientifica – non è semplicemente una ricerca intellettuale o un passatempo per curiosi. Esplorare il mistero significa, in ultima analisi, immergersi nel profondo della nostra anima e  intraprendere un percorso di evoluzione spirituale. Il Fascino dell'Ignoto è un richiamo primordiale. Ogni civiltà, dai tempi più remoti fino alla nostra, ha cercato di spiegare l’inspiegabile. Dal mito al simbolismo religioso, dall'alchimia alla magia, fino all'odierno interesse per l’ufologia e il paranormale, l'uomo ha sempre cerca...
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  LA RISCOPERTA DEI "MENHIR" PIEMONTESI Roberto D'Amico Quando si parla di monumenti megalitici tutti pensano subito a Irlanda, Scozia, Inghilterra, Bretagna e non si immaginano neppure che anche in Italia pietre erette (“menhir”), tombe a camera (“dolmen”) e cerchi di pietre (“cromlech”) erano un tempo massicciamente presenti da nord a sud, isole comprese. Il fenomeno del megalitismo nel Neolitico coinvolse, infatti, in egual modo tutta l'Europa e quei monumenti conservarono per millenni il loro potere sacro presso le popolazioni locali. Poi, la Chiesa, con i Concili di Arles, 452 d.C., e di Tours, 567 d.C., ne decretò la fine, ordinando la distruzione di tutte le pietre oggetto di venerazione con ogni mezzo possibile " spezzandole, sotterrandole o gettandole in profondi burroni ".    Sovrani come Childeberto, Chilperico e Carlo Magno furono solerti nell’imporre agli abitanti delle campagne di abbattere tutti i simulacri di pietra e le pietre grezze ai ...
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  La quercia e il vischio presso i Celti                                                                                    Roberto D’Amico Il culto per la quercia, albero sacro per eccellenza presso i Celti, e del vischio, l'umile pianticella che su di essa cresce, ebbero un posto molto importante nella religlone druidica.  Lo stesso nome di quegli antichi sacerdoti sarebbe secondo alcuni derivato da quello di questo albero che in celtico era dervos , dervon, dero o derw, altri lo interpretano invece come   l'unione delle tre parole derw-wydd-dyn, quercia-vlsch...