Le coppelle della Rocca di Cavour

Roberto D'Amico


                                    

Correva l'anno 1972 e da giovane appassionato di archeologia mi recai alla Rocca di Cavour per indagare sulle sue allora poco note coppelle. Ne feci un rilievo e le ricopiai su grandi fogli di carta trslucida. I mezzi di allora erano poveri e scattai qualche fotografia con la mia macchinetta Kodak.
Scrissi anche un breve articolo per la rivista "gli arcani", che apparve sul n.8 nel gennaio del 1973.
Erano le prime coppelle che vedevo in vita mia!
Quello che mi colpì in modo particolare fu la posizione delle rocce su cui erano state scolpite e la loro strana disposizione. Coppelle piccole e grandi formavano un disegno il cui significato era, e rimane tuttora, un enigma. 
Il luogo era evidentemente stato scelto per la sua posizione strategica e forse anche per il suo orientamento. Come le altre pietre coppellate preenti numerose nelle valli piemontesi, vengono fatte risalire al tardo Neolitico (4000 a.C.).

 

Le fotografie, pur se di bassissima qualità, mostrano bene la quantità e le dimensioni delle coppelle presenti su più massi.
Antiche mappe stellari? Punti di segnalazione? Mappe topografiche? Luoghi rituali? Segni propiziatori di fertilità e fecondità? Sono state molte le ipotesi avanzate sulla funzione dei massi coppellati. Tutte ugualmente valide, in assenza di prove documentali.
Quello che è certo è che agli occhi delle popolazioni locali hanno mantenuto sino a non molto tempo fa un valore magico.

  

  

  

Sono tornato a rivederle dopo cinquant'anni e l'emozione è stata forte. 
Purtroppo, però, la maggior parte delle coppelle sono state ricoperte dall'asfalto! Rimangono solo quelle sul masso esterno, tra l'altro molto più corrose dal tempo e, forse, non so da quello. Una vera pena vedere queste antiche incisioni ridotte così...

 

Sarebbe auspicabile un intervento da parte del Comune per riportare alla luce, sperando che non sia stato completamente distrutto, il principale masso coppellato ripulendolo dall'asfalto con cui venne ricoperto in periodi di minore sensibilità verso reperti archeologici come questi.
Nel caso venisse riportato alla luce, una volta ripulito, tutta quest'area dovrebbe essere recintata e protetta. Sarebbe un'azione benemerita per salvaguardare un pezzo importante di storia e, allo stesso tempo, potrebbe costituire una forte attrazione turistica per il Comune.





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