Area Megalitica di Cima Castiglione a Colle Braida

Roberto D'Amico


Non c'è nulla di meglio per dei ricercatori del passato che immergersi in un bosco dai colori autunnali, perdersi tra agglomerati di massi scuri avvolti da una nebbiolina di tipo nordico e ritrovarsi in una atmosfera decisamente "celtica"!
È così che sul Monte Ciabergia, non lontano da Colle Braida, siamo andati alla ricerca di un monumento non molto noto e per nulla pubblicizzato che viene indicato con l'altisonante nome di "Area Megalitica di Cima Castiglione".
Da Colle Braida il luogo è facilmente raggiungibile ( lo si trova anche in GPS), con una breve camminata fino alla località Prese dei Rossi.
Il sito è proprio lì accanto, sulla sinistra in fondo ad un prato, subito dopo l'area con i tavoli e le panchine.
Si tratta di un allineamento di sette lastre di pietra di modeste dimensioni infisse nel terreno ( altezza 1-1,5 m, larghezza 0,60-1 m, spessore 6-20 cm). Nella stessa area, è possibile vedere molte altre lastre ora abbattute, due delle quali giacciono proprio lì accanto, mentre un'altra decina è visibile tutto intorno.
Questo allineamento viene ritenuto essere parte di un "cromlech", un cerchio di pietre, ma la disposizione lineare delle lastre non sembra confortare questa ipotesi. Tenendo conto che a breve distanza, e perpendicolarmente ad esso, si trova un altro ben più lungo allineamento formato da una successione di massi interrati naturalmente e lastre inserite chiaramente in modo artificiale, l'area sembra più ricordare un recinto sacro quadrangolare di notevoli dimensioni.
Non si tratta certo di Stonehenge, ma la sensazione che si prova è la stessa di quando ci si trova di fronte a monumenti di un lontanissimo passato di cui nulla ci è noto se non la vetustà e la sacralità di cui furono, e sono pregni.
Se vi capiterà di andare a visitare questo luogo ricordatevi che vale anche la pena di inoltrarsi sulla collina a destra dell'area pubblica per scoprire come, nel suo ritirarsi, il ghiacciaio pleistocenico sia riuscito a creare delle opere d'arte lasciando dietro di sé massi erratici che sembrano costruzioni artificiali.
Non è difficile immaginare quanto essi dovettero colpire l'immaginazione dei nostri lontani progenitori che non poterono fare a meno di considerare questi luoghi sacri, dimora delle loro divinità o per seppellirvi i loro morti, oppure per entrambe le cose. 
D'altro canto, anche il vicino Monte Pirchiriano, sul quale sorge la Sacra di San Michele, fu considerato sacro sin dalla più remota antichità. Qui dimoravano gli dei e di loro aleggia ancora nell'aria il ricordo.
Toccando quelle pietre sembra quasi di sentirne l'energia racchiusa. Si tratta ovviamente di suggestioni emozionali... oppure no?

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