Le steli e l'ipogeo di Briaglia
Roberto D'Amico
All'epoca, poco più di ventenne, collaboravo con un gruppo di amici appassionati di cose insolite, il "Gruppo Clypeus". Ci chiamavamo "Ricercatori dell'Insolito" e giravamo in lungo e in largo, soprattutto in Piemonte, per scovare reperti, monumenti e luoghi poco conosciuti. Fu così che, venuto a sapere delle sensazionali scoperte di monumenti megalitici effettuate a Briaglia, da buon inviato/reporter mi recai subito sul posto per vedere di che cosa si trattasse. Era il 1971.
Dopo tutti questi anni, rammento pochi dettagli di quella visita e le poche fotografie di quei tempi sono andate perdute, ma ricordo molto bene la gentilezza e la disponibilità con cui il Professor D'Aquino mi accolse.
Subito dopo la visita scrissi un articolo per la rivista "Clypeus, Cronache dell'Insolito" che fu poi pubblicato sul n.38 dell'aprile 1972 con il titolo "Mondovì: emerge un misterioso passato". In esso descrissi molto bene tutto ciò che avevo sentito e visto, ma soprattutto il mio stato d'animo.
Fino agli inizi degli anni '80 il Professor D'Aquino aveva continuato le sue ricerche, coinvolgendo tutto il paese. Nell'ottobre del 1981 la Soprintendenza Archeologica per il Piemonte, rispondendo ad una specifica richiesta del Comune, sentenziò: "Si porta a conoscenza di codesta amministrazione che la scrivente effettuò tempo addietro un sopralluogo, unitamente al Prof. Carducci, nella località in oggetto, al fine di verificare la natura e l'entità del fenomeno segnalato a questo ufficio quale "complessa manifestazione di megalitismo".
Da quel momento l'interesse generale si esaurì rapidamente. D'Aquino lasciò Briaglia e nel giro di pochi anni tutto cadde nell'oblio. Molti dei "presunti" menhir furono dispersi, spezzati o usati come materiale da costruzione in muretti a secco... Molte fotografie testimoniano quella distruzione sistematica. Una di queste mostra, probabilmente, i resti del "cromlech" che avevo visto, prima che venisse completamente smantellato.
Nel 2004, tuttavia, grazie al rinnovato interesse di qualche appassionato ricercatore, venne costituito un comitato che si pose come obiettivo di riprendere lo studio e la valorizzazione del sito.
Nel 2005 il Professor D'Aquino morì senza essere, purtroppo, riuscito ad avere alcun riconoscimento per le sue scoperte.
Nel 2008 venne creata l'area ambientale denominata il "Belvedere sull'Arco Alpino", nella quale furono sistemate alcune pietre fra le più significative tra quelle rimaste; altre 35 furono spostate nell'ex Confraternita di San Giovanni. Cosa assai più importante, gli studi sull'Ipogeo della Casnea, come venne denominato il cosiddetto "dolmen" che avevo visitato, vennero finalmente ripresi.
Nel 2012, grazie al contributo di una fondazione bancaria, partì un nuovo progetto con la partecipazione degli speleologi del "Mus Muris" di Torino, dell'Associazione Nazionale degli Ingegneri Minerari, del Museo Geologico Sperimentale di Giaveno e del Gruppo Culturale "Filosofare", sotto la supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte.
L'ingresso è stato molto compromesso dalla costruzione di quella specie di "dromos" con muri in pietra a secco, che ha tra l'altro fatto sparire il pozzo esterno. Non potendo entrare, abbiamo osservato l'interno del cunicolo sin dove la luce lo permetteva. Nonostante questo, l'emozione provata è stata, comunque, molto forte!
Con grande stupore, ed un certo orgoglio, ho scoperto che sul pannello posto all'ingresso della struttura era stata messa la piantina che avevo disegnato io, in modo molto elementare, cinquant'anni prima per il mio articolo! In effetti, l'avevo già vista riprodotta in alcuni siti riguardanti Briaglia, incluso quello dello stesso Museo, spesso insieme al mio articolo completo. A quanto pare rimane come unica testimonianza di quel pionieristico inizio. Devo dire che non è stata una sensazione pienamente piacevole accorgermi di essere diventato io stesso un reperto archeologico...
Per altro, sul sito del "Mus Muris", l'associazione che ha meticolosamente raccolto tutta la documentazione disponibile a riguardo, ho trovato una planimetria con sezione laterale, come l'avevo vista io, prima della realizzazione di quell'orribile dromus, molto accurate, e persino un "3D rendering" realizzato al computer. Su quel pannello avrebbero certamente figurato meglio ...
Nei muri del "dromus" e nei cumuli di pietre accatastate ai lati dell'ingresso ci è sembrato di riconoscere alcune delle pietre arrotondate del "cromlech" avevo visto nel 1971 e molte altre pietre sembravano lavorate... ma, forse, aveva ragione la Soprintendenza, si tratta solo di forme di erosione naturale...
Purtroppo, ancora oggi non siamo in grado di sapere se questa cavità sia stata realmente una camera sepolcrale o un luogo dove gli antichi Liguri svolgevano i loro riti. Il color ocra sulle pareti, la presenza dei pozzi, l'orientamento e il fenomeno luminoso al Solstizio d'Inverno sono tutti indizi che sembrerebbero confermarlo. È vero che, essendo stato scavato nel calcare marnoso della collina, l'ipogeo è stato impropriamente definito "dolmen". Questo era, infatti, una struttura funeraria con pareti e soffitto costituti da grandi massi che venivano poi ricoperti da un tumulo di terra. Tuttavia, è altrettanto vero che l'Ipogeo della Casnea ne presenta la tipica conformazione con corridoio, nicchie laterali e camera mortuaria.
Nonostante tutto, molti continuano a pensare che si tratti solo di uno dei tanti "crotin" tipici delle campagne piemontesi...
Dopo le immancabili fotografie di rito ce ne siamo andati con tanta amarezza nel cuore e la convinzione che il boicottaggio verso queste opere continui. Abbiamo lasciato questi luoghi con un misto di entusiasmo e delusione... ma siamo certi che la storia archeologica di Briaglia non sia ancora finita e che abbia ancora molto da raccontare.
Noi tutti continueremo a seguirla con attenzione, sempre pronti a ritornare...
- astronom (ars2000.it)
- I megaliti di Briaglia - il Bardo (jimdofree.com)
- Le Radici Degli Alberi: I Megaliti di Briaglia
- Briaglia e il "Sol invictus" - #piemonteparchi
- ipogeo della Casnea - Opera Ipogea Journal of Speleology in Artificial Cavities
- Briaglia, un paese racchiuso tra borgate - La Guida - La Guida
- Nella grotta sacra ai Celtiil sole tornerà a vincere - La Stampa
- Indagini a Briaglia, l'ipogeo della Casnea al solstizio d'inverno (Piemonte, CN) | (wordpress.com)
- Area megalitica di Briaglia: le tracce degli antichi Liguri | Ambiente & Cultura (ambientecultura.it)
- MUSEO (briaglia.cn.it)
- Home | Sentiero Landandè (sentierolandande.it)
Un tempo in cui alcuni uomini le lavorarono, diedero loro un significato e le caricarono di energia.
Un tempo in cui altri uomini decisero di romperle, bruciarle, seppellirle, considerandole il male da combattere.
Un tempo in cui uomini, cosiddetti moderni, le ricercarono, le disseppellirono e le riposizionarono.
Io, che vivo in questo tempo, riconosco in loro una storia, una forza, un significato, come un messaggio in una bottiglia lanciata nel tempo. Percepisco l'energia, ne rispetto il luogo e mi interrogo sul mistero. Forse perché la ricerca del sacro e del misterioso è nell'uomo da sempre. La ricerca del nostro passato, i nostri misteriosi antenati per una perfetta conservazione del ricordo del nostro inizio.
Qui, in questo luogo, mi raccolgo e mi concentro in una preghiera, che parta dalla terra e raggiunga il cielo in cerca di un perché, del mio perché."
Commenti
Posta un commento