I menhir e il cromlech di Martassina

Roberto D'Amico


La visita ai megaliti della Frazione Tomà di Martassina, nell'alta Valle di Lanzo, è una vera chicca per un ricercatore dell'Insolito. Non è facile trovarli, semplicemente perchè non sono segnalati da nessun cartello! Non esiste la benchè minima indicazione, eppure, celati alla vista dal guard-rail e da alcune case con giardino, sono solo a poche decine di metri al di sotto della strada principale, la SP1.

Per arrivarci occorre, però, fare un giro un po' più lungo. Bisogna scendere verso il torrente prendendo la strada che parte subito prima del parcheggio e poi, girando verso destra prima del ponte, seguire il sentiero che costeggia a breve distanza la Stura di Lanzo.  

 

Il sentiero è bellissimo, contornato da muretti in pietra e filari di alberi. Poche centinaia di metri e, come per incanto, un prato in salita, largo e aperto, costellato da grandi massi appare all'improvviso sulla destra generando una forte ed indescrivibile emozione. Quella piccola mulattiera si trasforma così in una frazione di secondo in una specie di "Stargate", una porta d'ingresso in un mondo diverso, fuori dal tempo. 

Il silenzio, rotto solo dal lontano scorrere del torrente, aiuta il passaggio…

L'atmosfera è quella dei luoghi sacri. La si percepisce chiaramente.  

Nonostante "menti illuminate" abbiano pensato bene di far passare proprio in mezzo a questo eccezionale sito archeologico una linea elettrica aerea con grossi pali di cemento (fortunatamente hanno evitato di piazzarne uno proprio nel centro, ma solo sul bordo superiore) è come se tutto ciò che c'è intorno improvvisamente sparisse.

L'attenzione viene attratta soltanto più da quelle pietre e, come in altre occasioni e in altri luoghi, le domande che ci poniamo sono sempre le stesse: perché furono piazzate proprio lì? quale era il loro significato? di quali cerimonie celebrate dai nostri antichi progenitori Celto-Liguri sono state testimoni? 

Domande che, sappiamo, non potranno mai avere una risposta certa.


Visti dall'alto, grazie a Google Maps, la disposizione dei massi, ma chissà quante modifiche, asportazioni, demolizioni, avranno subito nel tempo, potrebbe far pensare ad un “nemeton” di forma ellittica (asse maggiore di circa 40 metri e asse minore di 15 metri, con orientazione dell'asse principale Est-Ovest) con al centro una delle pietre più grandi, ma è difficile immaginare di poter risalire alla sua forma originaria.

Anche camminandoci in mezzo è, per altro, evidente che si tratta di un grande complesso di forma vagamente ovale, formato da una quindicina di massi disposti su quel pendio che scende verso il sentiero. È strano, tuttavia, che l'area non sia pianeggiante, ma bisogna anche considerare che il torrente 4000/5000 anni fa avrebbe potuto essere più vicino e quindi potrebbe essere stata una scelta obbligata. Si tratta solamente di ipotesi, ovviamente...

Sono chiaramente riconoscibili almeno sette menhir intenzionalmente eretti. Qualcuno ha voluto vedere in uno di questi una "pietra meridiana", squadrata e con gli angoli orientati verso i quattro punti cardinali. Le altre pietre, forse sono state abbattute, si sono distese col tempo o sono state naturalmente depositate in quella posizione. L'insieme fa comunque pensare che, se anche così fosse, queste possano essere state utilizzate inserendole come parte della delimitazione di questo cromlech, di questo recinto sacro dove il Cielo e la Terra si incontravano e venivano richiamate le energie celesti, telluriche e delle acque... Non a caso il torrente scorre vicino. La presenza dell'Acqua ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella scelta dei luoghi sacri e nei riti di fertilità.

Prima di andarsene, non resta che toccare queste pietre sacre per cercare di carpirne il segreto, di provare a percepirne l'energia… voltarsi e riprendere la strada di casa non è facile, ma l’incontro ci ha lasciato una grande pace negli occhi e nello spirito.

Purtroppo, resta il disappunto per la assoluta mancanza di sensibilità da parte della comunità locale nei confronti di un importante monumento antico che in altri paesi europei sarebbe stato protetto, cintato, rispettato e valorizzato. Qui è evidente la volontà di nasconderlo al pubblico, di cancellarne la memoria.

Sarà forse per la presenza del Santuario di Nostra Signora di Lourdes che, guarda caso, è stato costruito direttamente a nord del sito "pagano", a non più di 200 metri in linea d’aria, quasi a dominarlo? Qualche dubbio, conoscendo la storia, è rimasto...

 

 

E tanto per cambiare, secondo lo schema più classico, poteva mancare nella zona un riferimento alle "masche"? Certo che no! 



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