Oxford, centro sacro e città esoterica

Roberto D’Amico

 

La città d'Oxford, con i suoi famosi e storici "colleges", è una delle più note mete turistiche della Gran Bretagna.
Forse pochi tra coloro che hanno avuto modo di visitarla sanno, però, che questa bellissima cittadina inglese possiede una storia assai peculiare e uno stretto ed indissolubile legame con il Mondo dell'Insolito.
"Molto tempo prima di Cristo - narra un'antica leggenda locale - Lud, figlio di Bel il Grande, regnava sull'Inghilterra meridionale. Un giorno decise di voler stabilire dove fosse il centro esatto del suo Regno e ordinò, dunque, che questo fosse misurato da Nord a Sud e da Est ad Ovest. Il centro fu così trovato ed identificato con il luogo che in seguito vide nascere la città d'Oxford."
Questa leggenda non ha certo la validità di una prova storica ma, come ci insegna l'esperienza acquisita nei lunghi anni dedicati all'individuazione di realtà storiche da brandelli fantastici, conferma tuttavia l'importanza che questo luogo dovette avere presso le antiche popolazioni celtiche, tanto da essere identificato niente meno che con lo stesso Centro Sacro Simbolico dell'antica religione solare.
Purtroppo, non sono molti i reperti archeologici rinvenuti nella zona e quindi non è stato possibile trovare una concreta evidenza di quel lontano passato.
Pochi sono, infatti, i ritrovamenti preistorici risalenti al Neolitico ed anche i reperti del periodo romano sono assai scarsi.
Per tentare di far luce in quel buio passato occorre dunque rifarsi ad altri elementi meno tangibili e quindi più opinabili, ma ciò non di meno assai indicativi.
In effetti, all'occhio di un ricercatore attento alcune curiose caratteristiche sono qua e là individuabili rovistando tra la vasta bibliografia riguardante Oxford e girovagando tra le vie del suo centro storico.
Il luogo stesso in cui la cittadina sorge, tra la congiunzione di due fiumi, il Tamigi e il Cherwell, è, ad esempio, un elemento comune alla stragrande maggioranza dei luoghi sacri. Inoltre, il nome con cui il Tamigi è ancora oggi lì chiamato è ISIS, ufficialmente per derivazione corrotta ed abbreviata del suo antico nome latino " Tamesis".
Potrebbe in realtà, a nostro avviso, esistere un'altra lettura interpretativa riallacciando tale nome al gran valore che il monosillabo IS possedeva presso i Celti. Esso rappresentava, infatti, il mezzo attraverso i! quale erano identificati i luoghi sacri per eccellenza, località dove i sacerdoti compivano le loro cerimonie, spesso ritenuti carichi di particolari proprietà energetiche, sempre in ogni modo collegati all'elemento acqua.
Che nell'area dell'odierna Oxford si svolgessero riti religiosi in tempi precristiani sembra essere peraltro confermato da più di un elemento.
Nel piccolo museo dell'antica chiesa di San Michele, un tempo situata accanto alla porta nord della città ed ora in pieno centro storico, è, ad esempio, custodita un'insolita piccola pietra rozzamente scolpita raffigurante una "Sheila-na-gig", figura femminile che si divarica oscenamente con due mani la vulva. Tale scultura, originariamente inserita nella parte orientale della torre, è fatta risalire allo XI-XII secolo, ma deve la sua origine ad anni ben più lontani; a quei tempi pagani, cioè, in qui tale gesto apotropaico non aveva certo significato pornografico, ma era associato al significato di fertilità, al ciclo vitale della rigenerazione e, per estensione, al significato di fortuna per la comunità ed usato per lo scongiuro del male in genere.

 
Un'altra reminiscenza degli antichi riti pagani che erano celebrati in questa zone è la festa conosciuta come "Morris dancing" celebrata in primavera e durante i mesi estivi, le cui origini si perdono nel tempo. Persino il suo nome ha un'etimologia certa anche se alcuni pensano che possa derivare da "moorish" (moresco). Durante questa strana festa sei uomini camminano in modo femminile agitando fazzoletti, pavoneggiandosi e facendo suonare campanelli legati ali caviglie. Tutti concordano nel ritenerla una sopravvivenza di un antico rito propiziatorio in onore della Grande Dea Madre, legato ancora una volta alla fertilità dei campi e più in generale alla buona fortuna del villaggio.
 
                                          
 
                                                 La chiesa di St. Michael di Oxford in una stampa del 1857.
 
Non è, inoltre, assolutamente casuale il fatto che Oxford fu inserita da Geoffrey di Monmouth, che tra il 1130 e il 1138 scrisse in prosa latina la sua famosa "Storia dei Re di Britannia", nella lista delle città un tempo appartenute al regno del mitico Re Artù. Tra l'altro, Geoffrey stesso fu un clerico e studiò in Oxford ed è curioso scoprire che egli ripetutamente indicò come fonti delle sue informazioni riguardanti Artù "un certo libro molto antico" donatogli dal suo amico Walter, arcidiacono d'Oxford.
Non è inconsueto in questa parte dell'Inghilterra trovare dei riferimenti al mitico Artù, ma quando ciò avviene è per lo più a testimonianza di tentativi effettuati sin dalla più remota antichità di salvaguardare tradizioni precristiane altrimenti trasmesse solo oralmente.
Nella maggior parte dei casi è possibile identificarvi elementi inconfutabili di preesistenti connessioni con riti o luoghi sacri delle antiche popolazioni celtiche.
Dunque, il fatto di trovare Oxford menzionata tra le città del mitico regno arturiano non fa che ulteriormente confermare la sua passata importanza. Lo stesso riferimento che Geoffrey scrive di un libro molto antico conservato in Oxford, di cui ovviamente non si è mai trovata traccia, può essere interpretato anche come un espediente da lui utilizzato per indicare l'esistenza di una tradizione orale caratteristica propria dei soli centri sacri più importanti.
Venendo ai tempi storici, la particolarità del luogo continua a sorprendere.
Esso, infatti, all'avvento del Cristianesimo vide nascere ben presto una rilevante ed insolitamente fervente attività religiosa.
È noto che laddove oggi sorge il College più famoso, il Christ Church, nell’VIII secolo sorse il primo edificio religioso.
Ma è soprattutto dal XII secolo che Oxford divenne sede di tutti i più potenti e famosi Ordini religiosi cristiani: prima gli Agostiniani, che nel 1122 rifondarono l'antico edificio come Priorato di S. Frideswide, santa patrona della città, poi i Francescani, che arrivarono nel 1124, quindi i Domenicani, nel 1226, ed ultimi i monaci Cistercensi.
E questo solo per citare gli Ordini maggiori. Date le dimensioni molto modeste della città in quei secoli, una tale concentrazione è difficilmente spiegabile razionalmente.
Potrebbero essere state le particolari caratteristiche del luogo a favorire quest'interesse religioso da parte della Chiesa di Roma?
Negli stessi secoli furono fondate le più antiche Università soprattutto dedicate, come in ogni parte d'Europa in quei tempi, all'educazione dei clerici.
Qui erano insegnati teologia, legge, matematica, filosofia naturale e retorica. Dal connubio tra scienza e religione nacquero grandi menti, quali il noto filosofo Ruggero Bacone, appartenente all'Ordine Francescano, che ebbero modo di studiare e diffondere le loro dottrine e i dotti insegnamenti. Il connotato prevalentemente umanistico delle Università di Oxford si è mantenuto sino a non molti anni or sono.
La mente ebbe qui modo di liberarsi a tal punto che la città divenne il baluardo della Riforma e della rivolta contro Roma e il pensiero filosofico ebbe modo qui, più che in ogni altro luogo, di evolversi svincolato dalle imposizioni della Chiesa.
Sempre qui, tra l'altro, fu fondata la Chiesa Metodista ad opera di John Wesley.
John Dee, filosofo, astrologo, alchimista, cabalista, matematico nonché diplomatico e agente segreto, definito l'Arcimago inglese del XVI secolo, stabilì in Oxford uno dei primi centri di pensiero esoterico ed il suo contributo al nascere della Massoneria Speculativa è considerato fondamentale. Ancora qui Robert Fludd, uno dei maggiori esponenti del pensiero esoterico del tempo, autore del più completo trattato di Filosofia Ermetica mai scritto, operò in stretto contatto con il movimento Rosacroce europeo.
Dal 1640 la città fu sede del quartiere generale del re Carlo I durante la guerra civile.
In quegli anni Oxford vide nascere e fiorire associazioni filo-monarchiche comprendenti alcuni dei nomi più prestigiosi dell'epoca.
Dal 1648 Oxford fu sede del "Collegio Invisibile", un'associazione di cui facevano parte Robert Boyle, Christofer Wren, l'architetto più famoso dell'epoca realizzatore della cattedrale di Saint Paul di Londra, John Wilkins ed Elias Ashmole, versati nelle scienze ma anche e soprattutto in Esoterismo, Alchimia ed Ermetismo. Il "Collegio Invisibile" era strettamente legato a circoli Rosacrociani e Massonici.
Il "Collegio Invisibile" si trasformò nel 1660, alla restaurazione della monarchia, e molti dicono come ringraziamento da parte del Re per il contributo e la fedeltà da questo dimostrato alla sua causa durante la guerra, nella "Royal Society".
La particolare atmosfera di Oxford non potè non influire su coloro che ebbero l'avventura di viverci. Così avvenne, per esempio, per Charles Dodgson, docente di matematica al Christ Church, che sotto lo pseudonimo di Lewis Carroll, scrisse il suo "Alice nel paese delle meraviglie", da molti ritenuto assai più di una favola per bambini.
La connessione tra Oxford e l'occulto è continuata anche durante periodi ben più vicini a noi.
Da quanto è emerso dall’analisi dei fatti legati all’aspetto magico del Nazismo e della Seconda Guerra Mondiale è, infatti, noto che una delle ossessioni di Hitler fu quella di riuscire a distruggere le campane delle Chiese di Oxford, da lui ritenute la causa prima dell’incapacità della Lutwaffe di riuscire a bombardare la città. Non è noto il motivo per cui il Furer attribuisse tale potere alle campane, ma sicuramente ciò dovette essere in qualche modo collegato a certe credenze legate al luogo di cui egli fu messo a conoscenza dai suoi "maghi neri". Risulterebbe altrimenti inspiegabile il fatto che lo stesso Hitler avesse intenzione di fare di questa città nientemeno che il suo quartiere generale inglese una volta vinta la guerra!
Forse potrebbe anche esserci qualche connessione con il fatto che Sir Winston Churchill, suo acerrimo nemico anche in campo esoterico, fosse nato a Blenheim Palace, a sole otto miglia a nord di Oxford, ma, molto più probabilmente, il dittatore tedesco attribuiva a questa città un valore molto particolare basandosi su considerazioni più profonde difficilmente ricostruibili.
Ci vorrebbe un intero libro per elencare i personaggi celebri vissuti o transitati per Oxford. Membri della casa reale, esploratori, primi ministri, scienziati e scrittori si contano a centinaia. Per rimanere nel campo dell'Insolito ci limiteremo a ricordare Sir Walter Raleigh, esploratore-avventuriero che abbiamo citato nel nostro libro "Le Terre del Mito" in relazione alla ricerca della misteriosa città "Z" e Thomas Hobbes, autore del "Leviatano".
Per i cultori del "fantasy" non sarà una sorpresa scoprire che anche Tolkien fu studente in Oxford.

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